La legge n. 436 del 1987 introduceva l’indennità di servizio penitenziario per il personale civile dell’Amministrazione degli Istituti di prevenzione e pena, tale indennità è prevista anche per gli agenti di Polizia Penitenziaria e per gli operatori penitenziari.

Tuttavia, nel corso degli anni gli insegnanti non hanno mai visto aumentata tale indennità contrariamente a quanto avvenuto per agenti di Polizia Penitenziaria e per gli operatori penitenziari.

In media, invero, l’indennità percepita dai docenti ammonta a 3,58 euro lordi a giornata di effettiva presenza per il personale laureato, che si riduce a 1,99 euro per il personale diplomato, a fronte dell’indennità percepita dai dipendenti penitenziari pari a circa 6,00 euro lordi.

Contro il mancato adeguamento tutti i docenti in servizio nelle carceri possono fare ricorso al fine di vedere riconosciuto il proprio diritto alla corresponsione dell’indennità di rischio e di servizio penitenziario nella misura prevista per gli impiegati della carriera direttiva, anche con decorrenza retroattiva, oltre interessi e rivalutazione sul dovuto.

Il presente ricorso è, pertanto, rivolto a tutti gli insegnanti in servizio presso gli Istituti di detenzione e pena, che intendono vedere riconosciuto il proprio diritto ad un’equa indennità di rischio.

L’azione collettiva, da proporre al Giudice del Lavoro competente per territorio, mira ad ottenere 1) l’adeguamento dell’indennità di rischio in misura eguale agli operatori penitenziari; 2) il pagamento di detta differenza di corresponsione degli ultimi cinque anni; 3) la condanna al pagamento del risarcimento del danno subito per il mancato adeguamento, forfettariamente determinato.

Per maggiori informazioni inviare una mail a info.studiolegalepitruzzella@gmail.com.