Il regolamento UE 1196/2011, relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori, ha modificato la disciplina previgente sulle etichettatura, introducendo novità anche sull’etichettatura del miele.

A seguito della riforma, sulle etichette del miele, dovranno essere indicate obbligatoriamente sette categorie di informazioni. La prima è la denominazione di vendita: è obbligatorio scrivere, almeno, la parola miele; se si tratta di miele in favo, miele con pezzi di favo o sezioni di favo nel miele e miele filtrato deve essere specificato. Può essere indicato facoltativamente se si tratta di miele di fiori, di melata o se sia stato scolato o centrifugato. E’ facoltativo anche indicare l’origine botanica e geografica del miele. Quest’ultima, però, può essere indicata solamente se il miele proviene totalmente dal luogo indicato.

La normativa non prevede l’obbligo di indicare lo stabilimento di produzione, ma solo la sede legale del produttore e questo ha già sollevato, in Italia, polemiche e raccolte di firme, perché al consumatore non sarà possibile sapere se il produttore ha decentrato la produzione al di fuori dei confini nazionali o dell’Unione Europea.

Per quanto concerne il confezionamento  per la vendita al dettaglio, il miele deve essere immesso nel mercato in contenitori chiusi ed etichettato secondo la normativa di riferimento. Il contenuto della confezione non deve poter essere modificato senza che essa sia aperta o alterata (Art.1 comma 2 punto b D.Lgs 109/92). A tale scopo può essere utile il sigillo di garanzia che è in grado di tutelare il consumatore ed il produttore da eventuali manipolazioni.

Come in ogni altro prodotto alimentare, anche nell’etichetta del miele deve essere indicato il termine minimo di conservazione, ossia la frase “da consumarsi preferibilmente entro il” seguita dall’indicazione di giorno, mese ed anno entro il quale il produttore assicura la genuinità del prodotto e la conformità di esso ai canoni previsti dalla legge.

Può essere inserita facoltativamente la tabella nutrizionale e non vanno evidenziati gli allergeni, poiché, a mente del Reg. UE 1169/2011, tale indicazione non è obbligatoria nei prodotti alimentari formati da un solo ingrediente.

Il discorso cambia qualora il miele divenga uno degli ingredienti di un prodotto alimentare diverso: per esempio nella “preparazione dolciaria a base di miele e nocciole”, non solo deve essere indicato nella lista degli ingredienti ma si deve anche indicare la quantità in cui è presente (c.d. QUID).

In commercio si può trovare il miele c.d. vergine, ossia quel miele che non essendo sottoposto ad alcun trattamento termico (es. pastorizzazione) mantiene intatte le sue proprietà organolettiche e per questo motivo spesso è parzialmente o totalmente cristallizzato.

Il miele in questa forma non deve mai essere somministrato a bambini di età’ inferiore a 12 mesi poiché contiene naturalmente delle spore di Clostridium botulinum che provocano il botulismo infantile, proprio perché trovano un ambiente fertile nel tratto gastrointestinale dei lattanti. Non provoca alcun danno negli adulti.

L’altra forma attraverso cui è commerciato il miele è il c.d. Miele pastorizzato: esso viene sottoposto ad un trattamento termico di 75/78°C per pochi istanti per poi essere immediatamente raffreddato. Viene pastorizzato per eliminare eventuali spore batteriche ( come il Clostridium botulinum ), ma anche e soprattutto per rendere omogeneo un miscuglio di mieli di differenti aree di produzione e di diversa qualità’.

Il miele pastorizzato, al pari del latte fresco pastorizzato, perde la maggior parte delle sostanze benefiche che contiene naturalmente, ma e’ sicuramente più pratico per l’utilizzo domestico.
Il miele viene filtrato (a parte il miele in favo, tutto il miele viene filtrato) principalmente per eliminare i residui di cera presenti. Se il miele viene anche pastorizzato, la filtratura viene fatta con filtri a maglie più strette (microfiltratura) o con filtratura forzata a pressione, privandolo anche dei granelli di polline e di parte degli oligoelementi in esso presenti. Per questi motivi spesso nelle etichette leggeremo “miele pastorizzato e microfiltrato”.

Questo secondo tipo di miele è più sicuro, poiché ad alte temperatura i batteri non sopravvivono, ed è consigliato maggiormente per preparazioni dolciarie o come dolcificante di per sé preso.

E’ sempre opportuno leggere con molta attenzione l’etichetta, obbligatoria per Legge, per capire se il miele è stato pastorizzato e per capire quale sia la sua effettiva provenienza. La dicitura “miele da paesi UE ed extra UE” (o paesi comunitari ed extracomunitari) dovrebbe indicare, senza possibilità di indurre il consumatore in errore, da dove proviene il miele che si sta acquistando.