Le strutture sanitarie in genere e, in particolare, le case di cura private operanti in regime di accreditamento da parte del Servizio Sanitario Nazionale, sono tra le più esposte ai rischi connessi al D.lgs. 231.

Ed infatti, i fattori di rischio a cui sono esposte le case di cura sono molteplici. Prima di tutto perché all’interno della struttura operano sia pubblici ufficiali sia incaricati di pubblico servizio, elevando così il rischio di una determinata categoria di reati (Corruzione, concussione, induzione indebita a dare o promettere utilità).

Inoltre è senz’altro sensibile il processo di accreditamento e di verifica di sussistenza dei requisiti nel tempo.

Sono particolarmente a rischio anche i seguenti processi:

▪   Approvvigionamento di beni e servizi, in relazione alle gare d’appalto o ad incarichi di consulenza (corruzione, corruzione tra privati, creazione fondi neri);

▪   Gestione prestazioni, sia in regime di accreditamento (truffa in danno dello stato) che in regime privatistico (creazione fondi neri);

▪   Richiesta e rendicontazione di contributi pubblici;

▪   Assunzioni ed incarichi professionali (corruzione, corruzione tra privati);

▪   Formazione del bilancio ed operazioni con parte correlate;

▪   Gestione sicurezza;

▪   Gestione rifiuti.

Diventa, pertanto, sempre più importante per le case di cura, ma anche per tutte le strutture sanitarie che operano in regime di accreditamento (poliambulatori, centri specialistici, laboratori di analisi, etc.), adottare Modelli Organizzativi ex D.Lgs. 231 a tutela dei rischi patrimoniali ad esso connessi. 

Alcune Regioni hanno adottato dei provvedimenti legislativi in materia di adozione dei Modelli 231 da parte delle cliniche private.

In Sicilia il decreto 1179/2011 emanato dall’Assessorato alla Salute della Regione Sicilia in materia di sanità privata accreditata prevedeva un incremento pari all’1,2% “sul budget delle singole strutture che, entro l’esercizio 2011, hanno adottato, hanno in corso di adozione o adotteranno il modello organizzativo, le procedure e le modalità di controllo previsti dall’applicazione del Decreto Legislativo n. 231/2001”. Similmente, il decreto 1180/2011 prevedeva un incremento dello 0,2% sul budget degli altri soggetti accreditati (laboratori di analisi, diagnostica per immagini etc.), ma non contemplava alcun limite temporale per l’adozione del modello e prevede in premessa l’applicabilità del beneficio “solo agli enti forniti di personalità giuridica e alle società e associazioni anche prive di personalità giuridica”.

In Lombardia con una serie di atti normativi (DGR n. VII/17864 del 11 giugno 2004, Decreto del Direttore Generale Sanità n. 22361 del 9 dicembre 2004 e DGR n. VIII/1375 del 14 dicembre 2005) la Regione ha mutuato i principi contenuti nel D,Lgs. 231/2001, ai fini dell’introduzione del Codice Etico e dell’implementazione del Modello Organizzativo nelle Aziende Sanitarie Locali ed Ospedaliere, formulando anche delle linee guida per l’analisi del rischio, l’elaborazione dei modelli e del codice etico. 

In Calabria. Con la L.R. n. 15/2008, la Regione ha stabilito, all’articolo 54, comma 1,  che “le imprese che operano in regime di convenzione con la Regione Calabria, sono tenute ad adeguare, entro il 31 dicembre 2008, i propri modelli organizzativi alle disposizioni di cui al decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231,” e che “l’attuazione dei dispositivi contrattuali che regolano l’esercizio di nuove attività convenzionate, ovvero il rinnovo di convenzioni in scadenza, è subordinata al rispetto delle previsioni di cui al comma 1”.

Un Modello Organizzativo ben strutturato e bilanciato permette alla Casa di Cura o ad una struttura sanitaria in genere, di cautelarsi rispetto alle sanzioni previste ma anche di acquisire un vantaggio in termini d’immagine, innalzando il livello di legalità, anche per come percepito dagli utenti e dalle autorità nonché aumentare il controllo sui processi sensibili, con l’obiettivo di tutelare sia l’efficienza, il buon andamento e la continuità delle attività sanitarie, sia l’azienda dalle frodi fatte a danno della medesima.